Psicologia dell’intimità: quando il pudore diventa patologico

Fin da piccoli viviamo di tabù: le parolacce, le cattive maniere a tavola e soprattutto il sesso. Checché se ne dica, tali forme di censura non stanno affatto scomparendo nelle nuove generazioni, ma anzi, statisticamente pare proprio che sebbene se ne parli di più, la sensazione di disagio che si prova quando si discute di sesso sia maggiore rispetto al passato. Negli ultimi 10 anni, infatti, è aumentato del 18% l’utilizzo di Viagra tra i giovani adulti, che nella maggioranza dei casi sceglie di assumere tale farmaco all’insaputa del proprio medico curante.

Tuttavia, sembra essere proprio questo insieme di regole e tabù che demonizzano il sesso a far sì che alcuni adolescenti, da adulti, non riescano a vivere pienamente l’esperienza sessuale. Gli uomini soffrono di disfunzione erettile o di eiaculazione precoce (molti riferiscono ai sessuologi di percepire il sesso come qualcosa di proibito da dover completare e nascondere al più presto possibile), le donne soffrono di anorgasmia perché non riescono a lasciarsi andare emotivamente, il che finisce per ripercuotersi anche nella vita quotidiana dentro e fuori la coppia. Si tratta di persone generalmente severe con loro stesse, che non si lasciano andare e che talvolta soffrono di bassa autostima. Non è comune, infatti, che la donna non si senta a posto con il suo corpo e che invece si senta goffa, grassa e impacciata nei movimenti, quando invece spesso non è così. Casi diversi, invece, quelli in cui il soggetto ha subito violenze a sfondo sessuale.

Come può essere risolto questo problema, che sembra essere abbastanza comune? Innanzitutto con un’educazione sessuale onesta, semplice e pulita, che deve iniziare a casa e deve essere continuata e perfezionata nelle scuole, in un ambiente sereno che faccia percepire la sfera intima ai ragazzi come assolutamente normale.