Ogni genitore cerca si capire il modo più sano di alimentare il proprio figlio nel passaggio dal latte
materno ai cibi solidi. Purtroppo però, ci sono molteplici opinioni sullo svezzamento, e a volte, anche
contrastanti. Allora i genitori, il più delle volte si trovano confusi . I pediatri hanno varie scuole di
pensiero, ci sono quelli a favore dell’auto svezzamento e quelli a favore dello svezzamento tradizionale.
Vediamo nello specifico le tipologie di svezzamento, i pro e i contro.
L’OMS COSA SUGGERISCE
Rispetto allo svezzamento tradizionale, non c è una tempistica da seguire per introdurre nuovi alimenti
nella dieta dei bambini, purché si incominci dai 6 mesi di età compiuti. Fino ad allora, la dieta dovrebbe
essere esclusivamente basata sul latte materno. Cioè si devono introdurre cibi solidi, quando il bambino è
in grado di stare seduto da solo, ha una sufficiente coordinazione motoria e sappia deglutire il cibo. Quindi che si scelga uno svezzamento tradizionale o un auto svezzamento, le regole di base che devono essere seguite per una sana alimentazione del bambino ed una crescita corretta sono uguali per tutti.
SVEZZAMENTO TRADIZIONALE
Lo svezzamento tradizionale è quello proposto dalla maggior parte dei pediatri e si basa principalmente
sull’introduzione graduale e prestabilita dalle tabelle nutrizionali, di alimenti solidi e semi solidi, nella
dieta dei bambini. Solitamente si parte con l’introduzione di frutta frullata, seguita da pappe lattee o
create con il brodo vegetale, a cui vengono aggiunte poi, verdure, carne, pesce, uova, ecc. Anche
l’elaborazione del cibo cambia, infatti intorno ai 7/8 mesi, si comincia ad abituare il bambino ad
assaggiare vari alimenti separatamente, fino a che, verso l’anno di età, raggiungere un modello di
organizzazione del pasto del tutto simile a quella di un adulto. Questa è la scelta più consigliata, perché è
anche la più comoda e più graduale.