Sia la radioterapia che la chemioterapia sono ritenute utili in caso di tumore, tanto individualmente quanto in combinazione tra loro e la chirurgia classica. La differenza di base riguarda il modo in cui eliminano le cellule tumorali. Per saperne di più sull’argomento, segui tutto l’articolo!
Sono terapie celebri e la differenza sostanziale sta nel loro modo di agire: la radioterapia usa i raggi X, mentre la chemioterapia usa determinati farmaci, chiamati farmaci chemioterapici. La chemioterapia viene spesso associata ad altre terapie antitumorali, come radioterapia e chirurgia. Può essere sistemica o loco-regionale e neoadiuvante o adiuvante.
I farmaci chemioterapici sono di vari tipi e possono essere assunti per bocca come compresse, iniettati per via endovenosa nella colonna spinale, in un organo o in una cavità organica. Per quanto riguarda la radioterapia, si tratta di una terapia anch’essa molto usata: in media, 4 pazienti su 10 ne usufruiscono, da sola o associata ad altri trattamenti.
Le radiazioni sono dette ionizzanti e sono identiche a quelle usate nelle radiografie e nelle TAC, per effettuare diagnosi. Le quantità di raggi X usate nei due casi e il modo in cui vengono somministrate sono diversi: negli esami diagnostici, i raggi ”vedono” all’interno di un corpo provocando piccoli danni ai tessuti, mentre nella radioterapia distruggono le cellule tumorali cercando di evitare quelle sane.
La radiazioni possono raggiungere il punto dell’obbiettivo tramite due tipi di somministrazione: la radioterapia esterna (o transcutanea, o a fasci esterni), che si chiama così perché la fonte di raggi è localizzata all’esterno del corpo e la radioterapia interna, chiamata così perché è opposta rispetto alla prima.
Ciò può verificarsi in vari modi: grazie a piccolissime sonde di metallo radioattivo posizionate all’interno del tumore o molto vicino (brachiterapia), oppure attraverso un liquido radioattivo da bere o da iniettare in vena, avvertito in modo preciso e dalle cellule tumorali.